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MELLONE
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MELLONE.
Definiz: Sost. masc. Nome di una Sorta di pianta, che oggi non si coltiva più, e del Frutto di essa, il quale è di forma simile alla zucca lunga, e nel rimanente di colore e sapore simile al cetriuolo, ma più scipito.
Dal lat. melo melonis. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 292: È da notare che colà, dove piantar si debbono i porri, cipolle e cavoli, fagiuoli, miglio, panico, zucche, melloni, cocomeri, cedriuoli e poponi, si possono, del mese di dicembre, gennaio e febbraio, seminare.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 337: Altri sono che sono sottili e verdi e molto lunghi e quasi tutti torti, i quali si chiamano melangoli; e questi appelliamo noi melloni, i quali si mangiano acerbi, si come li cedriuoli, e son d'un medesimo sapore.
Esempio: Bocc. Amet. 91: E oltr'a ciò, i lunghi melloni, e' gialli poponi, co' rotondi cocomeri, ec.
Esempio: Burch. Son. 2, 3: E fa' di comperare un buon popone; Fiutalo, che non sia zucca o mellone.
Esempio: Rucell. G. Ap. 457: Nè tacerei molti altri erbosi pomi, Come è il cucumer torto, che l'Etruria Chiama mellone, e pare un serpe d'erba.
Esempio: Grazz. Pros. 364: Gli domando, a che fare, o con quale autorità, si muovano a chiamare i poponi melloni; conciosiacosachè l'una la miglior frutta sia e la più saporita, e l'altra la più trista e scipita che si mangi; perciocchè il mellone tiene il mezzo tra il cetriuolo e la zucca, e da ciascuno de' due piglia il più cattivo.
Esempio: Soder. Op. 2, 207: I melloni sono le angurie di razza di citriuoli, un poco più lunghi e vincidi, di forma torta, sottili dal cominciamento, e nel finire grossi e rotondi. Seminansi nel tempo de' cetriuoli, e bramano d'essere adacquati un po' meno.
Esempio: Dav. Colt. 530: Di marzo semina zucche, poponi, citriuoli, cocomeri, melloni, bassilico, ec.
Esempio: Buomm. Cical. 25: Vorrei pregare la fortuna... che non lo lasciasse satollar mai d'altro cibo che di citriuoli o melloni, di que' melloni, dico, sciocchi e scipiti, che, quando si corre 'l palio, si danno in premio a chi è l'ultimo.
Esempio: Not. Malm. 1, 76: Il mellone, che è per se stesso scipitissimo, andando nella medesima riga colle zucche e co' cedriuoli, non mi pare che possa avere questa proprietà (di dare buon bere). A' nostri tempi di questa frutta ne è quasi spento il seme, non l'avendo veduta fin ora praticare da nessuno.
Esempio: Targ. Viagg. 5, 40: Tra i bellissimi fruttami di terra cotta inverniciata, lavorati dal famoso Luca della Robbia e da' suoi fratelli, si vede anche il mellone.
Esempio: E Targ. Rag. Agric. 13: In grazia adunque dei frutti ricercati per cibi degli uomini, o per loro condimenti, si coltivano le zucche, i poponi, le zatte, i cocomeri, i melloni, i cetriuoli, i petronciani, ec.
Definiz: § I. Figuratam., vale Uomo sciocco, scipito; così detto dal sapore del frutto. –
Esempio: Bocc. Laber. 235: E te or gocciolone, or mellone, ora ser mestola.... chiamando, sè quasi ad ogni parola abbracciavano e baciavano.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 172: Domandòlo qual scrittura dicesse quello che quel venerabile mellone avea detto in pergamo; ed egli rispose ch'egli era de' più valenti uomini che avesse l'ordine; ma ch'elli credea che, per infermità ch'egli avea avuto, fusse alcun'ora impedito nella mente.
Esempio: Varch. Lez. Pros. var. 2, 94: Quanti nomi usa il volgo nostro che significano, si può dire, il medesimo, ma tratti da diverse traslazioni? Come dall'erbe o frutti di esse pastricciano, bietolone, petronciano, mellone.
Definiz: § II. Si usò anche per Cosa di nessun conto, di nessun pregio o valore, nella locuzione Non valere un mellone. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 22, 167: La passò nel pettignone, Ch'arme ch'avesse non valse un mellone.
Definiz: § III. Avere il mellone, parlandosi di corse, o palj, si disse per Esser l'ultimo, Arrivar l'ultimo, e quindi avere le beffe; e per similit., significò anche Rimanere scornato. Si usò spesso in locuz. figur. Maniera nata dal costume che si aveva di assegnare per premio, a chi arrivava il primo, un palio o drappo, od anche frutta buone e gustose con monete infittevi; e a chi arrivava l'ultimo, un mellone. –
Esempio: Sacch. Rim. G. 38: Non ti provar più in arme, o paltoniere, Po' che viltà ti giunse nell'arcione, Sì ch'a la giostra avesti il mellone.
Esempio: Varch. Ercol. 73: Quando alcuno fa o dice alcuna cosa sciocca o biasimevole, e da non dovergli, per dappocaggine,... riuscire,... se gli dice in Firenze: Tu armeggi, tu abbachi,... tu aresti il mellone, tu inciamperesti nelle cialde, ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 229: Addio, i' non vorrei che qualcun altro Avessi il palio, ed io il mellone.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 291: Fece a correre, E fu il secondo. M. Arà 'l mellon.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 1, 468: Corri, Chè tu arai il mellone; i' son sicuro Dallo impaccio di questo per un pezzo.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 244: Come chi corre al palio ed ha il mellone.
Definiz: § IV. Dare nel mellone, si usò per Commettere, o Dire, una sciocchezza. –
Esempio: Cecch. Lez. M. Bartolin. 42: Nel suo comento e' dette subito nel mellone, e non seppe, il dappoco, scusare il povero padre Siceo, con dire ec.
Definiz: § V. Avere studiato, o imparato, l'abbiccì sul mellone o in sul mellone, o semplicemente Avere studiato, sul mellone, o in sul mellone, si disse scherzevolmente per Essere un grande stolido, o simile. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 229: E ancora vi dico più, che voi non apparaste miga l'abbicì in su la mela, come molti sciocconi voglion fare, anzi l'apparaste bene in sul mellone.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 362: Antonio, che già avea studiato e letto l'abiccì in su 'l mellone, si venne pure ripensando, aver fatto gran tristizia di sè.
Esempio: Pulc. L. Son. 145: Costor che fan sì gran disputazione Dell'anima, ond'ell'entri e ond'ell'esca..., Hanno studiato in su n' un gran mellone.
Definiz: § VI. Mellone, si disse Una sorta di briglia usata nella quarta imbrigliatura a' cavalli. –
Crusc. Vocab. III.